In risposta alle misure restrittive contro la pandemia di Covid-19, Dyson ha fornito a nove persone in otto città del mondo uno zaino dotato di tecnologia di rilevamento della qualità dell’aria, per comprendere l’impatto del lockdown sull’esposizione dei singoli individui all’inquinamento atmosferico. Fra i partecipanti si annoverano la giornalista Cristina Gabetti, giornalista esperta in sostenibilità e innovazione, per l’Italia, Alex George di A&E e TV Doctor a Londra, il giornalista esperto di tecnologia Bobby Tonelli a Singapore e la Master Trainer di Nike Jennifer Lau a Toronto.
Basato su una rielaborazione della tecnologia già utilizzata nei purificatori d’aria Dyson, lo zaino funge da dispositivo portatile di misurazione dell’aria. Dotato di sensori integrati, batteria e GPS, è in grado di rilevare l’inquinamento atmosferico durante gli spostamenti di chi lo indossa.
Cristina Gabetti ha condotto le misurazioni – nel rispetto delle restrizioni – durante e dopo il lockdown tra la scorsa primavera e l’autunno, nella città di Milano.
Sviluppato nell’ambito di uno studio di ricerca con il Kings College London e la Greater London Authority, lo zaino sulla qualità dell’aria di Dyson ha sensori integrati, una batteria e un GPS, che permettono di raccogliere i dati fuori casa e durante gli spostamenti. Rielaborando la tecnologia dei sensori attualmente in dotazione sui purificatori d’aria Dyson, gli ingegneri dell’azienda hanno progettato questo dispositivo portatile di monitoraggio atmosferico, concepito per essere più piccolo, leggero e pratico, ma altrettanto preciso nel rilevare l’esposizione a PM2.5, PM10, VOC e NO2..